Recensione di Hounds The Last Hope

6.5 Voto generale
Grafica: 7/10
Gameplay: 7/10
Performance: 6/10

Buona varietà di mappe PvP e campagna cooperativa PvE

Non porta nulla di nuovo nel genere

 

Se c'è una cosa più spaventosa degli alieni e degli zombie, sono zombie alieni. Questa è in pratica la premessa del nuovo MMOFPS Hounds: The Last Hope, nel quale la Terra è stata invasa da un virus mutageno proveniente da una gigantesca nave spaziale aliena, il quale è stato scatenato sulla popolazione trasformandola in una mandria di mangiacarne senza cervello. Ora tutto dipende da voi e dalla vostra squadra Delta Squad, una piccola resistenza umana che non si lascerà abbattere così facilmente. Di solito non ci importa praticamente nulla dell'ambientazione di un MMOFPS, ma in Hounds campagna PvE e le battaglie PvP sono ugualmente importanti e quindi anche questo aspetto assume una certa rilevanza ed è interessante prenderne nota.

 

Hounds The Last Hope screenshot 15 Hounds The Last Hope screenshot 13


Quando diamo un'occhiata a nuovi MMOFPS gratuiti di solito ci approcciamo a loro con pochissime aspettative visto che spesso ci troviamo davanti comparti grafici datati, meccaniche trite e ritrite e titoli che raramente offrono qualcosa di nuovo al genere. Hound si piazza in una zona intermedia e nonostante la grafica e le meccaniche non siano esattamente rivoluzionarie (in pratica un collage di elementi già visti in altri titoli), il titolo non è male. La grafica e il level design sono tutto sommato abbastanza dettagliati e curati, anche se alcune delle texture e dei modelli poligonali da vicino risultano di qualità non proprio eccelsa, con superfici spigolose che ci aspetteremmo da un MMOFPS di 5 o 10 anni fa.

Uno degli elementi che definiscono il gioco è la scelta di classi a disposizione dei giocatori, che hanno a disposizione il Support (cecchino), Specialist (demolizioni), Tech, che utilizza lanciagranate e gadget e Assault, equipaggiato da scudo antisommossa e pistola e che può difendersi dagli attacchi in arrivo. L'assault, con il suo scudo, è probabilmente l'elemento un po' più particolare rispetto a quanto visto in altri giochi, anche se di certo non è una novità assoluta in campo MMOFPS(GunZ 2)  o persino FPS più generici (Army of Two). Ogni arma primaria può essere modificata per fornire agli utenti accesso a diverse abilità da equipaggiare come parte del vostro set, quindi vi sono sempre elementi di personalizzazione all'interno del gioco che distinguono le classi, le quali finora ci sono sembrate abbastanza bilanciate.

Dando un'occhiata al PvP potrete trovare una vasta scelta di modalità di gioco che vanno da Team Deathmatch a Sabotage (piazzare bombe), punti di cattura e una manciata di altre chicche che vi aspettereste di vedere in un MMOFPS. È semplice, immediato e non propone nessuna innovazione a conti fatti. La combinazione modalità-mappe più giocata sembra essere Team Deathmatch su Makati City map, un ambiente cittadino abbandonato di dimensioni medie con un ponte pedonale centrale. Oltre a questo avrete una mappa ambientata in un paese, un magazzino, un porto e un paio d'altre location, ma di nuovo si tratta di ambienti già visti in altri giochi, anche se dobbiamo ammettere che la mancanza di originalità è ben bilanciata dalla cura nella realizzazione e dal level design che consente un buon flusso di gioco sulle mappe.

 

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Il combattimento è abbastanza tipico, con alcuni attacchi che possono oneshottare un nemico e altri che richiedono colpi extra, più i colpi corpo a corpo che abbatteranno immediatamente il bersaglio con una sequenza animata sanguinosissima che però vi lascerà vulnerabili agli attacchi nemici per tutta la durata dell'animazione, ovvero circa tre secondi. Avete la possibilità di rotolare via e provare a contrattaccare, ma gli attacchi corpo a corpo consumano stamina, quindi dovete considerare attentamente le vostre mosse. Il gioco aggiunge alcuni elementi strategici extra tenendo i giocatori in uno stato "moribondo" dopo averli abbattuti, durante il quale potranno chiedere aiuto ai compagni ancora in vita per farsi rimettere in piedi. La vita dei giocatori si rigenera costantemente col tempo e il combattimento è abbastanza veloce e frenetico.

Uno degli elementi che più ci è piaciuto è stata l'interattività con vari elementi di gioco, come ad esempio scavalcare le barriere, aprire porte, spostare casse e barili esplosivi sparsi nell'area. Nonostante a eccezione della possibilità di superare barriere e finestre tutto questo non avesse un ruolo fondamentale in PvP, in PvE si sono dimostrati elementi chiave. La campagna PvE cooperativa è caratterizzata da un arco narrativo che i giocatori possono scoprire completando diversi livelli/stage e raccogliendo quest da completare lungo la via, incluse una manciata di sotto-quest e persino quest con boss per ricompense extra. Quando fate partire un livello PvE potete scegliere se completarlo come missione in solitaria o aspettare e provare a riempire gli slot del vostro gruppo con un massimo di sei giocatori. Abbiamo provato a completare la prima missione PVE da soli e siamo riusciti a farci strada fino alla fine del livello da soli in una sessione di circa 25 minuti, finché non abbiamo raggiunto un punto in stile modalità orda dove ondate dopo ondate di zombie-alieni infetti ci saltavano addosso. Non siamo sicuri che sia perché cercavamo di risparmiare munizioni al costo di incassare qualche attacco corpo a corpo che gli ha permesso di caricare nella stanza dove ci trovavamo, ma a quel punto era troppo tardi e ci siamo trovati sopraffatti finché non è stato game over. Con una squadra il gioco è notevolmente più semplice, anche se il gruppo ha comunque la possibilità di vedere un bel wipe, specialmente in modalità Challenge. A conti fatti la storia è relativamente interessante, le mappe e le missioni seguono temi simili a quanto visto nelle mappe PvP, anche se un altro elemento negativo è il doppiaggio di qualità davvero scadente.

 

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Uno dei problemi più grandi che abbiamo riscontrato nel gioco è il costo della riparazione dell'equipaggiamento, e con il respawn praticamente istantaneo che vi porterà a morire e tornare in gioco a ruota, al momento di riparare vi ritroverete a dover spendere praticamente tutta la valuta di gioco accumulata, rimanendo senza soldi per acquistare equipaggiamento migliore. Il prezzo della riparazione secondo noi aumenta con l'aumentare della qualità dell'equipaggiamento e quindi probabilmente si arriverà a un punto in cui, a meno di non essere ottimi giocatori, finirete per giocare partite su partite solo per riparare gli oggetti appena acquistati. Abbiamo riscontrato un sistema simile in Warface nel quale i giocatori sono forzati a continuare a giocare i contenuti PvE per rimanere competitivi in PvP e mantenere il proprio equipaggiamento al top.

Alla fine della fiera non si tratta di un brutto titolo, anche se avrebbe probabilmente attirato molta più attenzione qualche anno fa. Ora come ora probabilmente finirà per scivolare in un genere già saturo di giochi simili, incapace di distinguersi grazie a qualche elemento davvero unico. Tutto ciò che offre è comunque abbastanza curato e il gameplay è divertente e ci sono tante mappe a disposizione, e speriamo sinceramente che continuerà a essere supportato negli anni a venire.





 

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