Recensione della closed beta di HEX: Shards of Fate

TBD Voto generale

Promette tante caratteristiche diverse e uno stile di gioco pià complesso e strategico

La sua difficoltà e le meccaniche complesse potrebbero scoraggiare alcuni giocatori

 

Recentemente abbiamo avuto la possibilità di provare il nuovo gioco di carte collezionabili HEX: Shards of Fate, dal noto studio Cryptozoic Entertainment (che distribuisce il gioco come Hex Entertainment), la nuovissima aggiunta al sempre crescente genere dei giochi di carte collezionabili, recentemente andato in closed beta. Un po' di tempo fa facemmo un confronto tra Hex e Hearthstone di Blizzard, paragonando la natura casual di Hearthstone alle meccaniche più complesse di Hex. Avendo giocato a Hearthstone abbiamo pensato fosse giunto il momento di provare anche l'altro lato della medaglia.

Innanzitutto bisogna dire che il gioco è in una closed beta molto acerba e tantissimi elementi mancano ancora, cosa che è evidente nella mancanza di effetti sonori (nonostante ci sia la musica) e un'intelligenza artificiale con non poche pecche. Questo mette in evidenza le differenti aspettative che le persone hanno nei confronti delle fasi di beta, utilizzate di solito per le ultime rifiniture prima del lancio al fine di assicurare una release senza problemi. Questo titolo invece era ben lontano dall'essere pronto, e mancava addirittura un tutorial iniziale, cosa che costringeva i giocatori a utilizzare la rapida guida iniziale in PDF per apprendere le basi del gioco.

 

HEX Shards of Fate screenshot (5) HEX Shards of Fate screenshot (4)


Avendo giocato altri TCG, avevamo una base per valutare HEX anche rispetto ai suoi avversari nel genere; inoltre, la nostra familiarità con questo tipo di giochi ci ha permesso di prendere la mano col gioco abbastanza facilmente, anche se alcune caratteristiche uniche di gameplay non erano troppo ovvie o, almeno in questo stadio, intuitive. La causa principale di questa confusione era rappresentata dalle "chain" del gioco e dalle fasi di battaglia. In pratica quello che succede è che quando un utente gioca una carta e passa il turno all'avversario, questo può provare a neutralizzare l'attacco utilizzando una delle proprie carte, ripassando a sua volta il turno. Questa fase continua finché nessuno dei giocatori può aggiungere altre carte alla catena. Questo significa che i giocatori hanno la possibilità di debuffare le carte nemiche (tra le altre cose) che stanno per essere giocate prima che arrivino sul piano di gioco e risolvano il loro effetto.

Il nostro problema era che con il mazzo iniziale non abbiamo esattamente avuto modo di provare questo sistema di concatenamento degli effetti, visto che le carte a nostra disposizione non offrivano nulla di realmente utile. Le nostre battaglie quindi ci davano l'impressione di giocare costantemente nella "fase di chiusura" senza che succedesse nulla, confondendoci non poco. Senza un tutorial approfondito era difficile capire come funzionassero alcuni dei sistemi e delle meccaniche, e alcuni dettagli relativi al nostro eroe e agli attacchi speciali, o alla gestione delle carte, erano piuttosto oscuri.

 

HEX Shards of Fate screenshot (3) HEX Shards of Fate screenshot (1)


Il gioco promette alcune caratteristiche estremamente interessanti, su molte delle quali non abbiamo potuto mettere le mani in questa fase, e ci vogliono una manciata di livelli perché il gioco cominci a splendere, facendovi abituare ad elementi originali come l'equipaggiamento dell'eroe, il tipo di eroe che il giocatore cerca di distruggere e il fatto che ogni eroe ha degli slot da equipaggiare in puro stile MMORPG. Avevamo anche una carta con dei castoni in cui inserire un qualche tipo di oggetti (anche se non avevamo alcun tipo di equipaggiamento a questo punto), e ogni carta mostrava un simbolo che indicava il doppio dorso, una caratteristica di HEX che vi permette di osservare il retro della propria carta per ottenere informazioni aggiuntive e poi voltarla ancora per trovare statistiche e altro - caratteristica purtroppo ancora bloccata a questo punto del gioco.

A livello grafico il gioco se la cavava egregiamente, con degli artwork piacevoli e alcuni effetti speciali nella battaglia che per la maggior parte del tempo risultavano piacevoli. Vi erano però anche immagini temporanee e brandelli di testo sottotono che rendevano il gioco un po' più rozzo e incompleto di come dovrebbe in realtà essere a questo punto dello sviluppo.

Nel nostro articolo originale di HEX vs Hearthstone è facile affermare che eravamo estremamente più eccitati di mettere le mani su Hex, preferendo prendere le distanze dalla natura casual di Hearthstone. Comunque, dopo aver messo le mani su Hex, è chiarop che un gioco casual e più accessibile non è necessariamente un male e può risultare divertente esatta,emte quanto titoli un po' più complessi, anche se ci riserviamo un giudizio definitivo per il momento in cui Hex sarà finalmente disponibile in maniera ufficiale.





 

You must be logged in to post a comment.